Raduno 2016 - il Resoconto

cristo pensanteSan Martino di Castrozza
Giovane Montagna
16-17-18 settembre 2016

Raduno inter-sezionale Giovane Montagna 2016

PREMESSA

Cos'è un raduno inter-sezionale della Giovane Montagna?

Con questa domanda ispirata dal discorso finale del Presidente Tita, noi della Sezione di Mestre sentiamo di voler iniziare questo resoconto a conclusione di una tre giorni ricca di emozioni.

Per noi un raduno inter-sezionale è in primis l'occasione per poter rivedere vecchi amici e cogliere l'occasione per stringere nuove amicizie. Con questo spirito qualche mese fa la nostra sezione si è dedicata all'organizzazione dell'evento che ogni anno chiama a raccolta i membri della Giovane Montagna.

L'evento si è svolto nella splendida cornice di San Martino di Castrozza, circondanti dal paesaggio maestoso delle Pale di San Martino.

L'organizzazione ha richiesto un'attiva partecipazione di diversi componenti della Sezione di Mestre, in prima linea sicuramente Alberto Miggiani è stato il più attivo in tutte le fasi.

RESOCONTO

La giornata del venerdì è iniziata con l'arrivo della Sezione di Mestre intorno alle ore 17.00 presso l'Hotel Colfosco, Lara e Valentina si sono dedicate ad accogliere tutti i partecipanti, assegnare loro la camera e raccogliere le quote per il pernottamento ed il vitto presso l'Hotel. Una volta che tutti i soci sono arrivati ed hanno preso possesso della loro stanza è giunta l'ora di cena. Puntuali alle 19.15 tutti ci siamo diretti nella grande sala da pranzo, dove abbiamo potuto assaporare le prelibate pietanze preparate dai cuochi dell'albergo e servite con cortesia e rapidità dallo staff.

Dopo cena la serata è proseguita presso la sala consigliare messa a disposizione dall'azienda turistica, dove abbiamo incontrato e potuto ascoltare la presentazione degli studi fatti da Odone ........., il quale tra forti emozioni ci ha fatto vivere e meglio comprendere le vicende della prima guerra mondiale sul fronte rappresentato dalle Pale di San Martino ed il gruppo del Lagorai.

La serata si è conclusa con una passeggiata per rientrare all'albergo sotto gli ombrelli, il meteo continuava a non essere dalla nostra parte e le escursioni per il giorno seguente, molto probabilmente, avrebbero subito delle pesanti variazioni, in particolare sembrava che la ferrata Bolver-Lugli sarebbe completamente saltata.

L'indomani ci si è ritrovati a colazione, tutti si interrogavano sul da farsi visto che la pioggia non cessava ed il tempo sembrava coperto per tutta la giornata.

Il gruppo che sarebbe dovuto andare a fare la ferrata decide di aggregarsi al gruppo di escursionismo che ha comunque variato il suo percorso, optando per una più semplice e meno impegnativa escursione per raggiungere il Rifugio Velo della Madonna. Si parte intorno alle 8.40 con la pioggia, per fortuna non troppo battente, ci ha comunque accompagnato per almeno un'ora di percorso, ad un certo punto si è interrotta, ma non si può certamente dire che il tempo si sia aperto, le nuvole continuavano ad incombere ed il clima rimaneva umido ed uggioso, guardando verso le cime si vedeva chiaramente una spolverata di neve, mentre guardando verso si poteva ammirare l'intera valle e San Martino di Castrozza.

Dopo circa 3 ore e circa 1000m di dislivello dalla partenza, siamo arrivati al rifugio Velo della Madonna, abbiamo potuto mangiare il sacco preparato dall'albergo e abbiamo fatto le foto di rito tutti in gruppo. La temperatura pur non essendo particolarmente rigida, stando fermi, ha cominciato a raffreddarci, così siamo entrati nel rifugio e abbiamo approfittato del caldo tepore interno per riscaldarci un po' e per bere un caffè.

Una volta ritornati fuori e valutate le condizioni del meteo che sembravano un pochino più stabili, il gruppo si è diviso, un gruppetto di 5, dotato dell'attrezzatura, ha deciso di prolungare la gita affrontando alcune ferrate, mentre il resto ha intrapreso la via di rientro.

Io facendo parte del gruppetto di 5, racconterò il resto dell'escursione per le vie ferrate. Dal rifugio ci siamo diretti scendendo leggermente verso la ferrata "Della Vecchia", in breve tempo siamo giunti a quota 2480m sulla forcella "Il Porton", che offre una vista spettacolare. Da li abbiamo proseguito tra tratti di sentiero e ferrate "bagnate" fino a raggiungere la Forcella Stephen a quota 2705m, punto più alto di giornata, la neve che vedevamo dal basso dai sentieri ora era sotto i nostri piedi, abbiamo sostato in forcella per qualche minuto mangiando qualcosina e bevendo dell'acqua, la vista era davvero unica dovuta anche ad un gioco dato dalle nuvole che lasciavano passare dei raggi di sole. Dalla Forcella siamo rapidamente scesi percorrendo la Ferrata della Gusella, anche questo tratto di percorso era particolarmente bagnato, abbiamo dovuto fare molta attenzione per non rischiare rovinose scivolate. L'impegnativa discesa ci conduce rapidamente al Passo di Ball a quota 2443m, dal quale abbiamo potuto ammirare da un lato a circa 165m più in basso il Rifugio Pradidali, mentre dall'altro il percorso che ci attendeva per ricondurci verso San Martino di Castrozza. Il percorso continuava sul sentiero 715 denominato Dolomitenholenweg, tra ripide discese su ghiaia e brevi tratti esposti ed attrezzati, dopo una lunga e stancante camminata alle 18.30 circa siamo ritornati all'albergo, complessivamente quindi siamo rimasti fuori circa 10 ore, un'escursione impegnativa e senza lunghe soste (senza contare quella al Rifugio Velo della Madonna), il gruppo era decisamente stanco ma felice per essere riuscito a trascorrere un'intera giornata tra quelle splendide montagne, considerando come il meteo si era evoluto durante il venerdì e la mattina del sabato, una gita così lunga ed impegnativa è stata un piacevole ed inaspettato regalo.

Dopo una rapida doccia ci siamo uniti al resto del gruppo per godere della meritata cena, la giornata ci aveva messo un certo appetito!!

La serata è proseguita ancora una volta nella sala consigliare, dove questa volta era stato invitato a parlare Pino Della Sega, come sempre il suo racconto, sulla realizzazione del progetto per collocare sulla cima del Monte Castellaz il Cristo Pensante, è stato particolarmente coinvolgente, ricevendo molteplici apprezzamenti da tutti. Alla fine della conferenza molti hanno poi voluto comperare i suoi libri, uno dal titolo: "Il Cristo Pensante delle Dolomiti", nel quale ripercorre il progetto del Cristo Pensante e l'altro dal titolo: "HO CAMMINATO CON LE STELLE – Mille chilometri a piedi verso Santiago de Compostela", nel quale racconta appunto la sua avventura sul Cammino di Santiago de Compostela.

Il risveglio della domenica è stato uggioso come per il sabato ma pur essendoci molte nuvole minacciose ed il clima fosse particolarmente umido non stava piovendo. La giornata prevedeva per l'intero gruppo di affrontare il Trekking del Cristo pensante con partenza dal Passo Rolle. Dopo essere giunti sul Passo ognuno con i propri mezzi e qualcuno con il bus della sezione di Cuneo, tutti abbiamo intrapreso il percorso per raggiungere la cima del Monte Castellaz e poter ammirare da vicino il Cristo Pensante, i percorsi sono due, uno più diretto da sud ed uno che aggirando il Castellaz fa giungere in cima da nord. Sulla cima le nuvole basse non permettevano una ampia visuale, ma tutti gli sguardi e gli scatti delle fotocamere erano rivolti verso la statua raffigurante il Cristo Pensante, negli occhi delle persone si poteva scorgere chiaramente l'emozione che il sito fa emergere. Io e Antonello ci siamo trattenuti sulla cima qualche tempo in più, perché ci eravamo accorti che alcuni ritardatari stavano giungendo sulla cima e volevamo sincerarci che non avessero bisogno di assistenza. Così dopo le foto di rito e qualche preghiera, l'ultimo gruppetto della Giovane Montagna è ridisceso verso il Passo, dove Alberto Miggiani ci stava aspettando, venendoci anche in contro con il suo furgone per accompagnare tutti a San Martino per il pranzo presso l'albergo.

Eros Gaetani

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